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Una riflessione di Don Claudio Almeyra

LA PASTORALE DELLA SALUTE E LA COMUNITA CRISTIANA

Una riflessione di Don Claudio Almeyra

La presenza e l'azione della Chiesa nel mondo della salute, trovano la loro realizzazione concreta nella comunità ecclesiale.

Il punto di partenza di questa realtà è la visita ai malati da parte di sacerdoti, diaconi e laici di tutta la comunità.

Questo incontro con chi soffre può avvenire nei centri ospedalieri, nelle RSA o nelle loro case.

Questo bellissimo apostolato aiuta a prendere coscienza di tutti i problemi legati alla salute e alla malattia.

Un altro punto da tenere presente è la prevenzione: Gesù non solo ha curato e guarito i malati, ma è stato un instancabile promotore della salute.

Il suo contributo in questo ambito della vita umana si è rivelato

attraverso la sua persona e le sue azioni, infatti, non solo ha colmato l'ndigenza dell';uomo, vittima dei propri limiti, ma ha sostenuto la sua lotta verso la pienezza della vita: Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza (Gv 10). 

La via più efficace di prevenzione è l'educazione, che porta a liberarsi dal mito dell'onnipotenza, conduce a trovare il senso della vita e favorisce l'instaurarsi di rapporti interpersonali improntati alla cooperazione e alla fraternità. 

La promozione della salute, intesa nella sua globalità, apre alla comprensione dei valori della vita, favorisce l'esperienza di amare e rispettare la persona in tutte le situazioni, anche nei momenti di vulnerabilità e di morte. I

l frutto prezioso del compito di promozione della persona sofferente è la consapevolezza che essa è un operaio nella vigna del Signore, come diceva Papa Giovanni Paolo II.

Infatti la testimonianza che la persona sofferente può offrire a tutti coloro che entrano in contatto con lei. diventa rilevante  .


La valorizzazione della presenza dei malati e la loro testimonianza

nella Chiesa con l'accettazione della loro sofferenza, può dare non solo speranza ma salvezza al mondo.

La comunità cristiana deve accogliere ed essere vicina a loro come ha fatto Cristo, che perdona, santifica e salva. 

Questa realtà deve essere vissuta in modo speciale nella Chiesa con gesti concreti di empatia verso le situazioni di vulnerabilità. Una forma di vera accoglienza è la celebrazione dell'Eucaristia e dei

sacramenti, la preghiera, la lettura e la meditazione della Parola di Dio, oltre all'aiuto materiale.

 Per quanto riguarda i sacramenti, va sottolineata la celebrazione dell';unzione degli infermi come sacramento istituito da

Cristo, che si presenta come medico del corpo e dello spirito, affinché le persone siano accuratamente preparate a ricevere la consolazione del Signore.

La teologia della sofferenza nella comunità ecclesiale si propone come redenzione, evitando il dolorismo, nella consapevolezza che la sofferenza è una realtà, ma il cristiano sa anche che fa parte del mistero della passione, morte e redenzione di Cristo.

Il mistero pasquale del Signore Gesù Cristo può trasformare la nostra condizione di sofferenza, in un momento di grazia per noi e per gli altri, fino a trovare nella malattia una vocazione ad amare di più, una chiamata alla trascendenza. 

Infine, c'è un fattore determinante nella pastorale della salute allìinterno di una comunità ecclesiale: la comunione. 

La comunità tutta è chiamata a mettere i doni ricevuti a servizio degli

altri, creando una vera condivisione di carismi e responsabilità. 

La realtà attuale ci chiama ad andare verso le periferie esistenziali dell'essere umano, per questo la pastorale della salute va oltre l'ambito strettamente sanitario e deve coinvolgere tutti i battezzati in un'unica missione: rendere viva tra noi la presenza del Buon

Samaritano.


Don Claudio Almeyra Fereyre

Bioeticista e direttore diocesano della pastorale della salute

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