Don Claudio Fabian Almeyra Fereyre
La pratica biomedica chiamata maternità surrogata consiste in un contratto di "genitorialità sociale" tra due parti, la coppia che "desidera" un figlio e la madre surrogata; l'Oregon è stato il primo Stato del Nord America ad approvare legalmente questo tipo di contratto.
COSA È LA MATERNITA SURROGATA?
La pratica biomedica chiamata maternità surrogata consiste in un contratto di "genitorialità sociale" tra due parti, la coppia che "desidera" un figlio e la madre surrogata; l'Oregon è stato il primo Stato del Nord America ad approvare legalmente questo tipo di contratto.1
L'accordo è diviso in tre parti o clausole: a) generali: comprendono accordi fra entrambe le parti b) preliminari:includono uno screening medico biologico-psicologico esaustivo non solo della coppia committente, se fornisce il materiale genetico, ma anche dei presunti donatori, se sono noti, nonché del marito della madre surrogata, se ne ha, e di sé stessa; c) specifiche: includono le istruzioni che la madre surrogata deve seguire per quanto riguarda le attività sessuali e l'alimentazione, nonché le restrizioni sull'uso di determinate sostanze (tabacco, droghe, ecc.) il test di parentela se fosse necessario, la diagnosi prenatale, e l'aborto parziale in caso di gravidanza multipla; questa clausola include anche le condizioni di pagamento e di rimborso.
Si distinguono due tipi di maternità surrogata: a) la maternità surrogata totale: è la madre che porta avanti la gestazione, ma i gameti o l'embrione stesso provengono dall'esterno della coppia committente, cioè il materiale biologico è donato da terzi; b) la maternità surrogata parziale: in cui il materiale biologico (gameti) o l'embrione provengono dalla coppia committente in toto o almeno in parte, la donna affitta solo il suo utero.
Come possiamo immaginare, ci sono molti dilemmi etici in questa pratica. Prima di tutto c'è una difficoltà nel legame che si crea tra il nascituro, la madre biologica e la surrogata e anche la donatrice nel caso della maternità surrogata totale. Quindi la domanda su chi sarebbe la madre del neonato non trova risposta, da un punto di vista scientifico, in quanto c'è più di un soggetto coinvolto nel processo che porta alla nascita.
Da un punto di vista giuridico, si possono osservare diverse interpretazioni su chi sia effettivamente la madre, a seconda della legislazione di ciascun Paese. Infatti, bisognerebbe considerare anche il caso delle coppie omosessuali che intendono avere un figlio attraverso questa pratica.
Di conseguenza, emergono diversi problemi poiché la maternità surrogata consiste in un insieme di tecniche, già di per sé problematiche da un punto di vista etico: la donazione di gameti, la diagnosi genetica pre-impianto, la selezione degli embrioni, la gratuità o l'onerosità degli accordi, lo status giuridico dei nascituri, gli eventuali diritti o doveri dei donatori, l'aborto contrattuale soprattutto in caso di possibili malformazioni fetali, ecc. Queste realtà sono interconnesse e dovrebbero essere analizzate in profondità.
Va detto che oggi esiste quella che si può definire una vera e propria industria della riproduzione con un giro d'affari globale di diverse decine di miliardi di dollari, ogni anno in tutto il mondo, coppie occidentali benestanti che spendono enormi somme di denaro nei cosiddetti Paesi del secondo e terzo mondo per esercitare il loro presunto “diritto” a concepire un figlio.
La fertilità dell'essere umano non è un’ingiunzione quindi il nascituro non è un oggetto di desiderio egoistico ma piuttosto un dono, motivo per cui questa prassi è condannata come inaccettabile perché lede la dignità della donna considerandola un "oggetto" e anche del bambino concepito attraverso questa pratica, creandole problemi reali, a partire dall'incertezza del suo status giuridico in relazione ai rapporti familiari e dalla mancata conoscenza della propria origine biologica.
Questo è un altro modo in cui l'essere umano vuole emulare il primo principio, soddisfacendo i propri desideri a tutti i costi, utilizzando la tecnologia e dimenticando la regola che enuncia non tutto ciò che è tecnicamente possibile è eticamente accettabile.
[1] A. R. Vitale, «Aldo Rocco Vitale - Escursioni biogiuridiche in tema di maternità surrogata.pdf», in https://www.academia.edu/32038939/Aldo_Rocco_Vitale_Escursioni_biogiuridiche_in_tema_di_maternita_surrogata.