PASTORALE DI ACCOMPAGNAMENTO DI GENITORI A CUI SONO MORTI FIGLI
È stato attivato un percorso di accompagnamento per genitori a cui sono morti i figli. Tale proposta pastorale rappresenta una “buona pratica” per situazioni che sempre richiedono cuore, delicatezza, e la verità di una adeguata proposta spirituale.
L’elaborazione del lutto è sempre complessa in tutte le situazioni della vita dell’uomo. Particolare attenzione e sensibilità merita il poter proporre un accompagnamento pastorale dei genitori a cui sono morti i figli. La specificità rivolta a questi genitori è evidente, constatando quanti bambini e giovani muoiono nell’arco di un anno per malattia, incidente e suicidio (un dato quest’ultimo che non appare sovente nelle cronache per evitare il rischio di imitazione).
Si tratta di una vera e propria urgenza di poter trovare modalità specifiche per stare accanto a questi genitori, cercando di donare strumenti adatti per affrontare queste tragedie e sopravvivere ai propri figli, riprendendo a vivere inseriti nella Comunità sociale e religiosa.
L’argomento è certamente molto delicato e per questo motivo viene proposto un percorso a partire dall’esperienza della Diocesi di Mantova. Lì si è costituita una équipe di persone che, per professionalità o per esperienza diretta, fossero in grado di porsi accanto ai genitori, proponendo un percorso idoneo in un clima di relazione e coinvolgimento profondi.
Questa esperienza, aperta a tutti i genitori credenti e non credenti, è iniziata tre anni fa con la costituzione dell’équipe, formata dal referente, che è un diacono permanente, sua moglie, uno psicologo, un presbitero diocesano psicologo, due Assistenti Spirituali responsabili ospedalieri (un presbitero ed un diacono permanente), un frate francescano, una suora, due coppie a cui sono morti i figli, un seminarista. Il primo anno è stato di formazione per l’intera équipe. Nei successivi due anni si è iniziato il percorso con i genitori.
Riteniamo opportuno proporre tale progetto a servizio delle Diocesi che intendessero avviare, o rimodulare, percorsi analoghi. Segnaliamo la rilevanza della presenza della coppia formata dal diacono permanente e da sua moglie: espressione di una Chiesa in ascolto e capace di dialogare con chi vive un’esperienza di vita particolarmente scossa dalla domanda sul senso del vivere.
Gli incontri si svolgono una volta al mese, da ottobre a giugno; il programma di accompagnamento, che costituisce un vero e proprio cammino, si conclude con una Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo.
La struttura degli incontri, che si svolge nell’arco della mattinata prevede: che si inizi con una preghiera, un breve brano biblico, unitamente ad una proiezione di immagini edificanti; ai partecipanti viene poi proposto dallo psicologo il tema da approfondire, e interviene una delle coppie che fanno parte dell’équipe, quindi credibili agli occhi ed al cuore dei genitori; successivamente i partecipanti si dividono in gruppi, in cui si sviluppa il tema e si interagisce, lasciando spazio a tutti; si prosegue con una assemblea per una breve restituzione; infine si condivide il pranzo e nel contempo c’è la possibilità di relazionarsi anche con coloro che erano in altri gruppi.
Il clima che si respira in quei momenti, oltre alla chiara emozione nella condivisione, è quello di una progressiva serenità, che sfocia in un sentimento di gioia. Sono evidenti i “progressi” nei genitori, che al termine dei percorsi esprimono riconoscenza per la consolazione ricevuta. Si sono instaurate nuove amicizie ed una ricerca di rivedersi anche al di fuori degli incontri mensili.
Le informazioni di questa Pastorale vengono divulgate attraverso il sito diocesano, in cui c’è una pagina apposita, inoltre si registra il coinvolgimento dei parroci, e si può rilevare che davvero funziona il passa parola tra famiglie. Il percorso che si propone è in continua evoluzione, aperto alle proposte dei genitori, in una fattiva collaborazione con l’intera équipe; ed è coordinato dallo psicologo, che aiuta a mantenere uno sguardo d’insieme.
Le richieste sono quelle di promuovere e partecipare a momenti belli, che siano in grado di elevare il cuore e la mente. Possono essere di natura biblica, culturale, laboratoriale.
Il cammino nel tempo ha anche messo in evidenza che due coppie ed una mamma a cui sono morti i figli, che hanno partecipato agli incontri del primo anno, sono successivamente entrate a far parte dell’équipe organizzativa, dando i loro contributi.
diacono Gianni Artioli